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Il Grande match.

De Niro (R)Aging Bull. Ne Il Grande Match il vecchio toro si scatena e ci convince

Il rischio parodia era dietro l’angolo ma sorprendentemente il film evita di cadere in questa trappola. Il Grande Match, di Peter Segal, non ignora i due padri nobili, cioè la saga di Rocky da una parte e Toro Scatenato dall’altra, ma allo stesso tempo non ne è condizionato. Le citazioni, gli omaggi sono appena accennati e mai insistiti. Sfilano via senza farsi notare.

Quello che rimane è invece la fisicità e qui Robert De Niro batte Stallone ai punti. Sly con la tartaruga addominale non sorprende, Bob che durante l’allenamento salta la corda ripetutamente invece sì. Aiutati o meno dal mestiere del regista o dai miracoli della post-produzione. La sfida che De Niro vince in questo film, non è quella contro Stallone. E’ la sfida contro se stesso, quella più difficile, quella che ogni attore è chiamato a fare in misura più o meno importante per ogni ruolo che interpreta. La sfida contro il proprio corpo, in questo caso il corpo di un settantenne. Lo sceneggiatore Tim Kelleher ha dichiarato che per i due ex-pugili protagonisti del film “anche se vogliono combattere, il problema ora è se possono”. E Billy “The KidMcDonnen, interpretato da De Niro, è in grado di combattere in modo credibile, sebbene il grande attore newyorkese non offra in questo film la sua miglior interpretazione.  

Gianluca Russo

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